Il vostro amichevole Sindacalista di quartiere -s02e07- C'è del marcio in DanimARAN
- Davide Farano
- 17 lug 2024
- Tempo di lettura: 3 min

Naddeo Naddeo, perché sei tu Naddeo?
Se il buon William riscrivesse oggi i suoi drammi, probabilmente questa battuta troverebbe spazio nella nuova versione di Romeo e Giulietta, per l’occasione reintitolata: Naddeo e Zangrillo.
Ma anche nella tragedia forse più conosciuta, l’Amleto, avrebbe potuto inserire la battuta: “C’è del marcio in DanimARAN”. Cacchio. Questa è dannatamente buona. Mi sa che la uso come titolo.
Riavvolgiamo il nastro…
Nelle dichiarazioni di qualche giorno fa il buon Naddeo, presidente dell’ARAN, ha sbracato.
Francamente e indiscutibilmente.
Ineluttabile come Thanos e, come ogni villain che si rispetti, amante dei monologhi prima dello scontro, non si è tenuto dentro nulla.
(Domanda per cinefili: ma quanti villain vengono sconfitti nei film perché perdono il loro tempo a ciciarare???)
Ps per i non lombardi: ciciarare = chiacchierare a vuoto.
Prima delle dichiarazioni vi regalo l’incipit, rigorosamente virgolettato e tratto dall’intervista rilasciata a Il Messaggero: “Vorrei invitare i sindacati che chiedono più risorse, a seguirmi in un ragionamento basato sui numeri”.
Ora, l’ultimo che ricordo che diceva sempre seguite il mio ragionamento era Micio, il fantastico e sgangherato procuratore sportivo interpretato da Claudio Bisio nella trasmissione “Mai dire Gol” (gli anta se lo ricorderanno). Insomma, un po' lontano dall'ambito che Naddeo rappresenta.
E ora...cogliamo i frutti di questo intelletto sopraffino.
3 dichiarazioni principali, con relativo commento:
1) “La legge mi obbliga a firmare. Se c’è il 51% non posso rifiutarmi. Ma come presidente dell’ARAN voglio cercare il massimo consenso possibile, per evitare che poi la conflittualità possa scaricarsi sulle amministrazioni.”
Non un buon inizio...per la serie: vi avviso che se tirate troppo poi firmo e lascio fuori qualcuno. Insomma Antonio, non è che così parti creando consenso. Sei un mix tra mia madre quando mi diceva “vieni qui che non ti faccio niente” e io quando dico a mio figlio “mangi quello che c’è nel piatto”. Eh no. Eh no. Così no dai. Brutto brutto inizio. Eh. Conciliante per finta. Tipo: raga io volevo accontentarvi, però anche voi continuate a chiedere soldi...monellacci. Niente caramelle per voi.
2) Fa tutto un ragionamento sugli ultimi rinnovi per dire che in pratica avevano già previsto nei rinnovi precedenti una parte dell’aumento del costo della vita. Cioè: ti ho dato 5 in più, poi 3 in più, adesso te ne darei 13 in meno, in pratica sei sotto solo di 5.
Sembra mio nonno quando contava i punti a Scopa per vincere comunque. Oppure una supercazzola pregiatissima degna del Conte Mascetti. Con scappellamento a destra. Beh, ovviamente a destra.
Ma poi Naddeo (che giuro non è Taddeo, il cacciatore che cerca di accoppare Bugs Bunny) ora una domanda te la faccio io: e nel decennio precedente, in cui la contrattazione pubblica era completamente bloccata, in quei 10 anni quanto ci hanno perso lavoratrici e lavoratori del Pubblico Impiego? Quanti punti a Scopa hanno lasciato per strada? Quanti Settebello, quante primiere e quante Napole?
La prossima volta che vuoi fare un ragionamento di questo tipo ti consiglio di partire con: per fare un tavolo, ci vuole il legno.
Molto meglio.
3) Vale la pena rinviare di un anno la firma di contratti che in media valgono aumenti da 150-160 euro al mese?
Ma che, davvero?
Cioè Antonio, segui il mio ragionamento: la sai quella del pollo di Trilussa? Quella che diceva che se io mangio un pollo e tu nessuno, statisticamente hai mangiato mezzo pollo? Solo che io ho la pancia piena. Tu hai fame. La pancia non risponde alla statistica.
150 euro di aumento. Una roba che francamente si fa fatica a sentire.
Innanzitutto 150 euro non è l’aumento ma la quota pro capite media stanziata attualmente. Da cui poi vanno detratti tutti i costi contrattuali aumentati: le indennità e le maggiorazioni, il valore degli incarichi, l’indennità di vacanza contrattuale anticipata e che poi vi riprendete. La maggior parte di queste voci, peraltro, non interessano tutte le lavoratrici e i lavoratori. E poi a questo sommiamo le nuove politiche sulla performance perorate da Zangrillo (da Grillo a Zangrillo, insomma).
Cosa resta?? Le briciole Nadde’, le briciole.
Come dice la nostra Segretaria Generale, Serena Sorrentino, siete pronti a gareggiare per il titolo di peggior datore di lavoro d’Italia. Solo che siete lo Stato.
C’è del marcio in DanimARAN.
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