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Diario di Bordo ANFFAS, giorno 8

  • Immagine del redattore: Davide Farano
    Davide Farano
  • 17 ott 2023
  • Tempo di lettura: 2 min

Ehi.... ci sentiiii?


Silenzio.


Siamo noi. I tuoi operatori.... Siamo dentro di te ....


Silenzio.


È questa faccenda del dissentire che ti rende sorda, vero?

Eppure in questi diciotto anni che ci frequentiamo, tante volte è stato proprio il dissenso ad unirci.

E in quel dissentire ho sentito compatibilità tra me (con la mia etica), e te (con la tua "mission").

Dissenzienti insieme.

E adesso?

Silenzio.


Tutti i giorni condividiamo una visione del reale che ci induce a dover lottare per i diritti.


Seguimi in questo ragionamento cara Anffas.

Dato che rimani in silenzio di fronte al nostro chiedere, vado a pescare tra le tue pubbliche parole.


Sito.

Clicco.

Chi siamo. Mission.

E si fa seguire ad una meravigliosa citazione Rooseveltiana l'intenzione di "costruire un mondo".... Uellà.... Così mi piaci Anffas....

Con questo approccio dall'intento rivendicativo...


( Rivendicare: Riaffermare ed esigere il riconoscimento e l'attribuzione di un diritto o di un merito, reclamare. "r. i propri diritti")


Abbiamo trovato questa compatibilità io e te...

Perché è evidente che là fuori le cose non funzionano e siamo ostinati nel tentativo di contribuire ad un cambiamento.


Operatori del cambiamento.

Questo facciamo con le persone e nei territori.


Scorrendo giù di qualche riga tu rincari la dose, facendo iniziare i tuoi intenti con la ripetuta formula

" Anffas VUOLE un mondo.....".

Quanta energia....

E anche tu la ricavi dall'esigere il giusto. L'energia del dissentire.


Il giusto per legge. La costituzione lo indica. La via maestra....

E quindi .... Perché non rispondi adesso? Perché dissentiamo noi per un contratto dignitoso?

Eppure lo facciamo stando dentro quella ricerca orientata all'obiettivo comune di garantire vite dignitose.

Beh io lo trovo coerente invece.

Il nostro lavoro è al fianco delle fragilità. Ma non solo. Proviamo anche a cambiare i contesti per favorire inclusioni autentiche. Concretizzare i propositi delle parole su carta è, a tutti gli effetti, proporre una rivoluzione culturale.

È un lavoro di rivendicazione.

E non puoi adesso essere tu a vestire i panni di interlocutore sordo.

Questo rischia di svilire l'alleanza etica che ci unisce e che valorizza il legame contrattuale tra te (datore di lavoro) e noi (lavoratrici e lavoratori).

Promuovere i diritti passa anche da vedere rispettati adeguatamente i propri.

Ne scaturisce l'energia del credere che veramente quel cambiamento culturale può avvenire.

Non è una rivendicazione esosa cara Anffas.

È il giusto.

Prova a vedere se è solo un malessere temporaneo quella tua sordità.

Magari è stato un colpo d'aria.

Magari basta una visita dall'otorino...

Poche gocce mattino e sera.

Deve essere fastidioso avere problemi di udito.


Lo è anche non essere ascoltati.

 
 
 

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