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Diario di bordo ANFFAS - giorno 11

  • Immagine del redattore: Davide Farano
    Davide Farano
  • 20 ott 2023
  • Tempo di lettura: 2 min

Stato di agitazione.

Giorno 11. Siccità.


Il diritto italiano individua nel Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) la fonte normativa attraverso cui Organizzazioni sindacali dei lavoratori e le Associazioni dei datori di lavoro definiscono concordemente le regole che disciplinano il rapporto di lavoro.


Normalmente i CCNL regolano sia gli aspetti normativi del rapporto, sia quelli di carattere economico....


La fonte normativa!

Che bella formula. Un'immagine

rassicurante.

Chiudete gli occhi.

Lo sentite quel rumore d'acqua di sorgente che fa stare in pace? La fonte.


Anche ad occhi chiusi è chiaro che l immagine della fonte richiama un punto di partenza... Di inizio. Un'origine buona. Pura.

La si può bere quell' acqua senza rischio di star male.


Le fonti di solito stanno in alto. Magari non in cima, ma comunque in alto. Dove la piramide è già verso la punta.... Lontano dalla base... Che invece sta a valle.

L'acqua della fonte si sa però che è destinata ad arrivare fin giù, ed è vitale per chi lavora e vive a quote più basse.

Le quote dove l'acqua è fondamentale per un buon raccolto ed una vita decorosa.

Da lavoratore dipendente che ambisce ad un'indipendenza economica considero senza senso l'uscita dal tavolo delle trattative per il contratto collettivo nazionale da parte di Anffas.

È una minaccia ad una fonte che già da anni scarseggia per portata d'acqua.

Quel tavolo era un impegno doveroso per rinvigorire quel flusso. Urgente.


La decisione di Anffas invece prolunga il periodo di siccità.

E le conseguenze per chi lavora in valle?

Quello non è un gioco di parole...

È il reale quotidiano.

Quaggiù è un'urgenza.

Altri sei mesi per risedersi al tavolo? Come se gli effetti di quella siccità potessero anche loro essere sospesi.


Il CCNL è fonte normativa.

Proprio una bella formula...

Non solo fonte, ma anche legge.

La norma.

Che è diritto ed è dovere.

Qui, alla base della piramide, i doveri che le norme stabiliscono non sono sospesi. Anzi ...

Che quando uno parla di legge lo intuisce subito che è un paletto ben saldo. O almeno, ce lo si augura sempre saldo e giusto quel paletto.

Ce lo vogliamo immaginare così. Facciamo bene o è in discussione questo principio?

Una norma giusta e salda.


Che invece poi quando parli di legge citando la sua stessa fonte, si finisce per esser considerati idealisti.

La fonte della legge italiana è la costituzione.... è lì che acquisisce la sua caratteristica di giustizia.

Di giustizia e giustezza.


La costituzione non gira attorno a ciò che è giusto. E rispetto al lavoro si pronuncia con una chiarezza inequivocabile


Articolo 36

Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.


E se, con l obiettivo di vedere la norma diventare realtà, la parola dignitoso, la appendiamo noi ad un cancello della struttura, si rischia di ricevere i sorrisi destinati di solito a chi esagera.

E no che non esageriamo....

Lo si esige quel contratto giusto!


Pronti ai doveri ....

non si fa un passo indietro sui diritti.


Ascolta il rumore della fonte.

Mette pace.

Ascolta la norma.

 
 
 

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